Chi è il leader politico mondiale più bugiardo del 2015?. Sorprese e conferme di un anno nel quale le menzogne sono state il pane quotidiano
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Condiviso pubblicamente - 00:20
Merkel «il Jobs Act si muove nella direzione giusta»..angelina.., lo sai che con il job act,,, non c'è lo danno il prestito..per comprare le auto tedesche ?.
«C’è bisogno di più Europa». Lo ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel in conferenza stampa al termine dell’incontro in cancelleria a Berlino con il

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Condiviso pubblicamente - 00:19
Il calo del costo dell'energia è un problema io dico di no
FRANCOFORTE - Il Fondo monetario taglia di nuovo le previsioni di crescita dell'economia mondiale, sottolineando i rischi generati dalla frenata della Cina,

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Condiviso pubblicamente - 00:18
Proprio da segretario di sinistra
"Bisogna usare la leva fiscale", afferma l'ex premier, aggiungendo: "senza avere paura di usare anche la tassazione sulla casa".

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Condiviso pubblicamente - 00:18
Ci vorrebbe un secolo di tassi negativi., per corrodere un secolo di interessi..,

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Condiviso pubblicamente - 00:17
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Condiviso pubblicamente - 00:16
Ma neanche per comprare un'auto.,,,,
Le banche non assicurano il mutuo prima casa a chi è assunto con contratto a tutele crescenti. Richiesto garante o un'assicurazione contro il licenziamento

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Condiviso pubblicamente - 00:16
A cosa serve il non welfare ?..a creare disperati disposti ad accettare qualsiasi trattamento e contratto di lavoro a svendersi ed a creare concorrenza sleale con chi già lavora..,,,

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Condiviso pubblicamente - 28 gen 2016
Va bene...e non voglio polemizzare..ma..,,, le multinazionali sono propietarie di banche e viceversa, ,,, o comunque hanno strettissimi rapporti.., e questi cumuli finanziari sono componenti delle banche centrali..,,che a sua volta sono componenti governativi,,,, quindi.., IL CONFLITTO D'INTERESSE NON INQUINA L'INTERVENTO .!?
La Commissione Europea intende lottare contro l’evasione fiscale delle multinazionali attraverso una serie di proposte. In particolare il piano presentato dal commissario Pierre Moscovici vuole autorizzare gli Stati membri a tassare le multinazionali che sul loro territorio hanno generato utili poi trasferiti in Paesi dove l’imposizione fiscale è più bassa. Per recuperare denaro…
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Condiviso pubblicamente - 24 gen 2016
Dai un'occhiata al Tweet di @mr_Giallombardo: https://twitter.com/mr_Giallombardo/status/691358978023034880?s=09
Investite nei giovani..non in borsa ... Embedded image. 12:36 PM - 24 Jan 2016. 1 Like. Reply to @mr_Giallombardo. Home · Sign up · Log in · Search · About. Not on Twitter? Sign up, tune into the things you care about, and get updates as they happen.


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Le 3 teorie Economia Politica
Internazionale
MERCANTILISMO
Rapporto tra politica ed economia - Primato della politica
Attori principali - Stati
Natura delle relazioni economiche - Conflittuali ( gioco a
somma zero )
Finalità economiche - Potere dello stato
Ruolo degli attori economici ( multinazionali ) - Indeterminato
e dipendente dallo stato
LIBERALISMO ECONOMICO
Rapporto tra politica ed economia - Autonomia
dell ’ economia
Attori principali - Individui
Natura delle relazioni economiche - Cooperative ( gioco a
somma positiva )
Finalità economiche - Massimizzazione del benessere
individuale
Ruolo degli attori economici ( multinazionali ) - Indipendente
e positivo
MARXISMO
Rapporto tra politica ed economia - Primato dell ’ economia
Attori principali - Classi
Natura delle relazioni economiche - Conflittuali
Finalità economiche - Interessi di classe
Ruolo degli attori economici ( multinazionali ) - Dominante e
sfruttante
Il più importante dei dibattiti scaturiti dal mercantilismo
riguarda la necessità dell ’ esistenza di uno stato forte per
garantire il buon funzionamento dell ’ economia internazionale
liberale una potenza economica egemone è necessaria alla
creazione e al pieno sviluppo su scala mondiale di
un’ economia di mercato liberale
↓
È questa la teoria della stabilità egemonica
Tale teoria , proposta per la prima volta da Charles
Kindleberger e sviluppata da Robert Gilpin , non è
esclusivamente mercantilista, dal momento che contiene
anche elementi liberali.
In base a questa teoria, in assenza di una potenza liberale
dominante, un ’ economia mondiale aperta risulterebbe molto
più difficile da costruire , a fronte del costante rischio di uno
scadimento delle relazioni economiche in una concorrenza di
stampo nazionalistico, egoistico e protezionistico, ispirata al
principio beggar your neighbour.
Tra le risorse necessarie affinché un paese egemone possa
esplicare il proprio ruolo vanno annoverati:
la capacità di provvedere militarmente all ’ altrui bisogno di
sicurezza
secondo Keohane è necessario il controllo su 4 tipi di risorse
economiche mondiali :
1. materie prime
2. capitali
3. mercati
4. vantaggio competitivo nella produzione di merci di valore
molto elevato
Con il relativo declino , negli anni ’ 70 , degli USA , non c ’ era
più una potenza chiaramente dominante che si
preoccupasse di sostenere l ’ economia liberale su scala
mondiale.
Molti osservatori , però , negano che la forza economica
americana sia sostanzialmente diminuita, per 2 motivi :
1. gli USA sono tuttora molto forti in termini di risorse di
potere fungibili di tipo tradizionale: potenza militare,
economia, tecnologia , territorio
2. Susan Strange sostiene che è fuorviante focalizzare
l ’ attenzione sull ’ economia territoriale entro i confini degli
USA ; ciò che davvero conta è la quota dell ’ output mondiale
di prodotti primari , di manufatti e di servizi alla cui
produzione sovrintendono dirigenti di società USA
3. gli USA sono particolarmente forti nei settori più avanzati
4. gli USA rimangono forti nel campo delle risorse di potere
immateriali → “cultura popolare ” ( cinema, televisione ,
Internet )
Le tendenze alla crisi che si riscontrano nell ’ economia
liberale mondiale sono dovute al fatto che gli USA hanno
preso numerose decisioni manageriali di dubbia saggezza
che spiegano ampiamente il disordine finanziario e
monetario il problema è la capacità /volontà degli USA di
assumersi la responsabilità di sostenere l ’ economia liberale
su scala mondiale.
Robert Cox conviene che il declino economico degli USA
crea problemi per la stabilità dell ’ attuale ordine mondiale,
ma sottolinea anche la dimensione ideologica dell ’ egemonia :
un ordine egemonico stabile si basa su un insieme condiviso
di valori e conoscenze derivante dai modi di fare e di
pensare degli strati sociali dominanti dello stato dominante.
Il dibattito più importante innescato dal marxismo è quello
su sviluppo e sottosviluppo nel Terzo Mondo . Prima degli
anni ’ 50 quasi nessuno si poneva interrogativi sui problemi
dello sviluppo del Terzo Mondo , e quando qualcuno se ne
poneva, lo faceva in termini di sviluppo coloniale .
Il processo di decolonizzazione, iniziato negli anni ’ 50, segnò
l ’ avvio della ricerca sullo sviluppo su una scale davvero
internazionale .
Furono i liberali economici ad inaugurare , in Occidente , la
ricerca sullo sviluppo , proponendo vari contributi accomunati
sotto la denominazione di teoria della modernizzazione :
l ’ idea di base era che i paesi del Terzo Mondo avrebbero
seguito la stessa strada già percorsa dai paesi sviluppati
dell ’ Occidente = da una tradizionale società agricola a una
moderna società industriale caratterizzata da consumi di
massa.
Gli sforzi dei teorici della modernizzazione sono rivolti
all ’ identificazione dell ’ ampia gamma dei fattori che
impediscono la modernizzazione e di quelli che invece la
promuovono → essi sottolineano l ’ importanza di
un’ economia aperta , libera da interferenze politiche, capace
di generare l ’ ingente volume di investimenti necessario per
alimentare il processo di crescita e di sviluppo economico.
W. W . Rostow rimarcava che il decollo (= la fase di spinta
cruciale nel passaggio dal tradizionale al moderno) è
caratterizzato da un sensibile aumento degli investimenti nel
settore moderno .
Un altro elemento è il rapporto dei paesi del Terzo Mondo
con il mercato mondiale: si ritiene che stretti rapporti di
mercato con i paesi sviluppati si ripercuotano positivamente ,
in termini di sviluppo , sulle economie del Terzo Mondo .
↓
Durante gli anni ’ 60- ’ 70 , l ’ interpretazione liberale dei
meccanismi dello sviluppo fu oggetto di crescenti critiche , in
parte motivate dall’ assenza di un effettivo progresso in molti
paesi del Terzo Mondo .
La critica più radicale ai liberali economici fu quella mossa
dagli esponenti della teoria marxista del sottosviluppo, nota
come teoria della dipendenza : il sottosviluppo non è affatto
una condizione che in passato caratterizzava tutti i paesi ,
ma è piuttosto un processo che ha luogo entro il quadro del
sistema capitalistico globale e che è stato imposto ai paesi
del Terzo Mondo , in particolare all ’ America Latina, il cui
sottosviluppo è dunque un sottoprodotto internazionale dello
sviluppo dell ’ Occidente .
I teorici della dipendenza più radicali non esitano ad
affermare che i paesi del Terzo Mondo dovrebbero tagliare,
o almeno ridurre drasticamente , i legami con il mercato
capitalistico mondiale e , facendo affidamento sulle loro
forze, essi potrebbero avviare un processo di vero sviluppo
economico, fuori dalla portata dello sfruttamento del
mercato capitalistico mondiale.
Durante gli anni ’ 70 la teoria radicale della dipendenza fu
messa seriamente in discussione, dal momento che
numerosi paesi del Sud - est asiatico ( Quattro Tigri)
sperimentarono una rapida crescita economica
accompagnata da una sostanziale integrazione nel mercato
mondiale Wallerstein riconosce che alcuni paesi possono
effettivamente progredire , ma nel contempo altri paesi
regrediranno, cosicché la gerarchia dello scambio disuguale
continuerà a caratterizzare l ’ economia -mondo capitalistica .
A proposito dello sviluppo del Terzo Mondo , il mercantilismo
non ha saputo produrre enunciazioni chiare e sintetiche
come quelle dei liberali economici o dei teorici della
dipendenza . Ha però delineato una sorta di compromesso
tra gli estremi dell ’ autonomia economica e della totale
integrazione nell ’ economia capitalistica globale, suggerendo
una via di mezzo .
Una seconda area cruciale dove i mercantilisti
raccomandano una soluzione di compromesso è quella dei
rapporti tra stato e mercato: nella teoria economica non ci
sono argomenti irrefutabili a sostegno della tesi che
l ’ intervento dello stato nell ’ economia sia per definizione
controproducente. È però altrettanto vero che un eccessivo
intervento dello stato può provocare fallimenti burocratici ,
dovuti ad alti costi ed insostenibili inefficienze.
Un altro esempio di via di mezzo mercantilista riguarda il
ruolo delle multinazionali : i mercantilisti osservano che le
multinazionali possono effettivamente favorire lo sviluppo
del Terzo Mondo , ma tale potenzialità si traduce in realtà
solo a determinate condizioni = la loro forza deve essere
bilanciata dalla presenza di un ’ industria locale e di un
governo ospite abbastanza forte da sovrintendere alla loro
attività .
Da qualche anno , l ’ intero dibattito sullo sviluppo si è fatto
più complesso , soprattutto per quanto riguarda la stessa
definizione di sviluppo . Il pensiero liberale concepiva lo
sviluppo in termini di acquisizione delle caratteristiche dei
moderni paesi capitalistici un paese si sviluppa quando
cresce e si modernizza sul piano economico.
In seguito, però , sono emerse alcune differenze : sviluppo non
è solo crescita e soddisfazione dei bisogni materiali, ma è
anche distribuzione , benessere, democrazia , partecipazione ,
libertà e autorealizzazione.
Il nucleo centrale del concetto , però , rimane inalterato :
modernizzazione è crescita.
I liberali economici hanno innescato numerosi dibattiti sulle
più varie questioni. In particolare , gli studiosi EPI si sono
occupati in modo molto approfondito del fenomeno della
globalizzazione = diffusione e intensificazione delle relazioni
economiche , sociali e culturali su scala mondiale .
Un crescente livello di interconnessione economica tra 2
economie nazionali è un aspetto della globalizzazione
economica, che si potrebbe definire interdipendenza
intensificata .
In realtà, la vera globalizzazione economica è caratterizzata
da uno spostamento qualitativo in direzione di un’ economia
mondiale basata non più su autonome economie nazionali,
ma su un mercato di produzione , distribuzione e consumo
consolidato a livello globale l ’ economia globale domina le
numerose economie nazionali in essa contenute
( integrazione profonda , promossa soprattutto dalle
multinazionali , che sempre di più organizzano la produzione
di beni e servizi su scala globale) .
La globalizzazione è stimolata da numerosi fattori, il più
importante dei quali è il progresso tecnologico , a sua volta
stimolato dall’ incessante concorrenza tra le imprese.
Questo processo ha conseguenze profonde per lo Stato: in
un’ economia globale unificata , attori economici piccoli e
flessibili possono acquistare più potere via via che le
economie nazionali diventano obsolete.
I mercantilisti non hanno elaborato una visione della
globalizzazione che possa rivaleggiare con quella dei liberali
economici . Esiste comunque una posizione che si potrebbe
definire mercantilista: questi teorici non credono che esista
un fenomeno chiamato “globalizzazione ”. In ciò che sta
avvenendo essi scorgono piuttosto un processo di
intensificazione dell ’ interdipendenza tra le economie
nazionali.
I mercantilisti contestano inoltre l ’ affermazione che le grandi
compagnie hanno perso la propria identità nazionale . A loro
giudizio , nonostante il notevole incremento del commercio
mondiale e dei flussi di investimenti esteri, gli stati e le
rispettive compagnie nazionali rimangono strettamente
legati.
Infine, accusano i liberali di non tenere conto
dell ’ accresciuta capacità degli stati nazione di rispondere
alle sfide della globalizzazione economica: gli stessi sviluppi
tecnologici che alimentano la globalizzazione hanno
contribuito ad accrescere la forza dello stato sul terreno
della regolamentazione e della sorveglianza.
Il giudizio neomarxista sulla globalizzazione economica
differisce sia da quello dei liberali economici sia da quello
dei mercantilisti . Secondo Robert Cox , parallelamente alla
classica economia mondiale capitalistica si è sviluppata una
nuova economia globale che tende a rimpiazzare la prima . In
questo quadro, gli stati nazione hanno perso una quantità
rilevante della loro capacità di esercitare un controllo
sull ’ economia; d’ altra parte, però , per poter continuare, il
processo di globalizzazione economica necessita del quadro
di riferimento politico fornito dal potere militare degli stati
nazione → le macroregioni ( guidate da USA in America,
Giappone nell ’ Asia orientale e UE in Europa) sono le nuove
cornici politico -economiche dell ’ accumulazione capitalistica
il potere economico è sempre più concentrato nei principali
paesi industrializzati, mentre le masse impoverite del Terzo
Mondo non beneficiano della globalizzazione economica. È
comunque importante comprendere che i paesi più poveri
sono in difficoltà non a causa del surplus economico che gli
viene sottratto da quelli ricchi, ma perché sono partecipanti
marginalizzati del processo di globalizzazione economica = i
loro mercati non sono attraenti agli occhi degli investitori
stranieri perché il potere d’ acquisto dei loro cittadini è
basso , le istituzioni politiche sono inefficienti e corrotte e vie
è dunque carenza di stabilità e ordine politico.
Insieme a questi cambiamenti, il processo di globalizzazione
economica ha provocato la nascita di nuovi movimenti
sociali in molte parti del mondo . La crescita di questi
movimenti dimostra che la globalizzazione economica è
molto di più di un insieme di anonime transazioni
transfrontaliere, ma è anche lotta politica avente come
obiettivi l ’ istituzione di controlli sui movimenti di capitali e
un’ equa ripartizione tra paesi e gruppi sociali dei benefici
prodotti dalla globalizzazione .
Non è facile decidere che ha torto e che ha ragione nel
dibattito sulla globalizzazione, perché ciascuna delle 3
posizioni teoriche può portare qualche prova empirica a
sostegno delle sue tesi. Tuttavia , il liberalismo economico
sembra essere l ’ approccio di maggior successo sul piano
della prassi → le economie del cosiddetto libero mercato
hanno ottenuto grandi risultati , al contrario di quelle gestite
dallo stato .
Relazioni internazionali
I
Internazionale
MERCANTILISMO
Rapporto tra politica ed economia - Primato della politica
Attori principali - Stati
Natura delle relazioni economiche - Conflittuali ( gioco a
somma zero )
Finalità economiche - Potere dello stato
Ruolo degli attori economici ( multinazionali ) - Indeterminato
e dipendente dallo stato
LIBERALISMO ECONOMICO
Rapporto tra politica ed economia - Autonomia
dell ’ economia
Attori principali - Individui
Natura delle relazioni economiche - Cooperative ( gioco a
somma positiva )
Finalità economiche - Massimizzazione del benessere
individuale
Ruolo degli attori economici ( multinazionali ) - Indipendente
e positivo
MARXISMO
Rapporto tra politica ed economia - Primato dell ’ economia
Attori principali - Classi
Natura delle relazioni economiche - Conflittuali
Finalità economiche - Interessi di classe
Ruolo degli attori economici ( multinazionali ) - Dominante e
sfruttante
Il più importante dei dibattiti scaturiti dal mercantilismo
riguarda la necessità dell ’ esistenza di uno stato forte per
garantire il buon funzionamento dell ’ economia internazionale
liberale una potenza economica egemone è necessaria alla
creazione e al pieno sviluppo su scala mondiale di
un’ economia di mercato liberale
↓
È questa la teoria della stabilità egemonica
Tale teoria , proposta per la prima volta da Charles
Kindleberger e sviluppata da Robert Gilpin , non è
esclusivamente mercantilista, dal momento che contiene
anche elementi liberali.
In base a questa teoria, in assenza di una potenza liberale
dominante, un ’ economia mondiale aperta risulterebbe molto
più difficile da costruire , a fronte del costante rischio di uno
scadimento delle relazioni economiche in una concorrenza di
stampo nazionalistico, egoistico e protezionistico, ispirata al
principio beggar your neighbour.
Tra le risorse necessarie affinché un paese egemone possa
esplicare il proprio ruolo vanno annoverati:
la capacità di provvedere militarmente all ’ altrui bisogno di
sicurezza
secondo Keohane è necessario il controllo su 4 tipi di risorse
economiche mondiali :
1. materie prime
2. capitali
3. mercati
4. vantaggio competitivo nella produzione di merci di valore
molto elevato
Con il relativo declino , negli anni ’ 70 , degli USA , non c ’ era
più una potenza chiaramente dominante che si
preoccupasse di sostenere l ’ economia liberale su scala
mondiale.
Molti osservatori , però , negano che la forza economica
americana sia sostanzialmente diminuita, per 2 motivi :
1. gli USA sono tuttora molto forti in termini di risorse di
potere fungibili di tipo tradizionale: potenza militare,
economia, tecnologia , territorio
2. Susan Strange sostiene che è fuorviante focalizzare
l ’ attenzione sull ’ economia territoriale entro i confini degli
USA ; ciò che davvero conta è la quota dell ’ output mondiale
di prodotti primari , di manufatti e di servizi alla cui
produzione sovrintendono dirigenti di società USA
3. gli USA sono particolarmente forti nei settori più avanzati
4. gli USA rimangono forti nel campo delle risorse di potere
immateriali → “cultura popolare ” ( cinema, televisione ,
Internet )
Le tendenze alla crisi che si riscontrano nell ’ economia
liberale mondiale sono dovute al fatto che gli USA hanno
preso numerose decisioni manageriali di dubbia saggezza
che spiegano ampiamente il disordine finanziario e
monetario il problema è la capacità /volontà degli USA di
assumersi la responsabilità di sostenere l ’ economia liberale
su scala mondiale.
Robert Cox conviene che il declino economico degli USA
crea problemi per la stabilità dell ’ attuale ordine mondiale,
ma sottolinea anche la dimensione ideologica dell ’ egemonia :
un ordine egemonico stabile si basa su un insieme condiviso
di valori e conoscenze derivante dai modi di fare e di
pensare degli strati sociali dominanti dello stato dominante.
Il dibattito più importante innescato dal marxismo è quello
su sviluppo e sottosviluppo nel Terzo Mondo . Prima degli
anni ’ 50 quasi nessuno si poneva interrogativi sui problemi
dello sviluppo del Terzo Mondo , e quando qualcuno se ne
poneva, lo faceva in termini di sviluppo coloniale .
Il processo di decolonizzazione, iniziato negli anni ’ 50, segnò
l ’ avvio della ricerca sullo sviluppo su una scale davvero
internazionale .
Furono i liberali economici ad inaugurare , in Occidente , la
ricerca sullo sviluppo , proponendo vari contributi accomunati
sotto la denominazione di teoria della modernizzazione :
l ’ idea di base era che i paesi del Terzo Mondo avrebbero
seguito la stessa strada già percorsa dai paesi sviluppati
dell ’ Occidente = da una tradizionale società agricola a una
moderna società industriale caratterizzata da consumi di
massa.
Gli sforzi dei teorici della modernizzazione sono rivolti
all ’ identificazione dell ’ ampia gamma dei fattori che
impediscono la modernizzazione e di quelli che invece la
promuovono → essi sottolineano l ’ importanza di
un’ economia aperta , libera da interferenze politiche, capace
di generare l ’ ingente volume di investimenti necessario per
alimentare il processo di crescita e di sviluppo economico.
W. W . Rostow rimarcava che il decollo (= la fase di spinta
cruciale nel passaggio dal tradizionale al moderno) è
caratterizzato da un sensibile aumento degli investimenti nel
settore moderno .
Un altro elemento è il rapporto dei paesi del Terzo Mondo
con il mercato mondiale: si ritiene che stretti rapporti di
mercato con i paesi sviluppati si ripercuotano positivamente ,
in termini di sviluppo , sulle economie del Terzo Mondo .
↓
Durante gli anni ’ 60- ’ 70 , l ’ interpretazione liberale dei
meccanismi dello sviluppo fu oggetto di crescenti critiche , in
parte motivate dall’ assenza di un effettivo progresso in molti
paesi del Terzo Mondo .
La critica più radicale ai liberali economici fu quella mossa
dagli esponenti della teoria marxista del sottosviluppo, nota
come teoria della dipendenza : il sottosviluppo non è affatto
una condizione che in passato caratterizzava tutti i paesi ,
ma è piuttosto un processo che ha luogo entro il quadro del
sistema capitalistico globale e che è stato imposto ai paesi
del Terzo Mondo , in particolare all ’ America Latina, il cui
sottosviluppo è dunque un sottoprodotto internazionale dello
sviluppo dell ’ Occidente .
I teorici della dipendenza più radicali non esitano ad
affermare che i paesi del Terzo Mondo dovrebbero tagliare,
o almeno ridurre drasticamente , i legami con il mercato
capitalistico mondiale e , facendo affidamento sulle loro
forze, essi potrebbero avviare un processo di vero sviluppo
economico, fuori dalla portata dello sfruttamento del
mercato capitalistico mondiale.
Durante gli anni ’ 70 la teoria radicale della dipendenza fu
messa seriamente in discussione, dal momento che
numerosi paesi del Sud - est asiatico ( Quattro Tigri)
sperimentarono una rapida crescita economica
accompagnata da una sostanziale integrazione nel mercato
mondiale Wallerstein riconosce che alcuni paesi possono
effettivamente progredire , ma nel contempo altri paesi
regrediranno, cosicché la gerarchia dello scambio disuguale
continuerà a caratterizzare l ’ economia -mondo capitalistica .
A proposito dello sviluppo del Terzo Mondo , il mercantilismo
non ha saputo produrre enunciazioni chiare e sintetiche
come quelle dei liberali economici o dei teorici della
dipendenza . Ha però delineato una sorta di compromesso
tra gli estremi dell ’ autonomia economica e della totale
integrazione nell ’ economia capitalistica globale, suggerendo
una via di mezzo .
Una seconda area cruciale dove i mercantilisti
raccomandano una soluzione di compromesso è quella dei
rapporti tra stato e mercato: nella teoria economica non ci
sono argomenti irrefutabili a sostegno della tesi che
l ’ intervento dello stato nell ’ economia sia per definizione
controproducente. È però altrettanto vero che un eccessivo
intervento dello stato può provocare fallimenti burocratici ,
dovuti ad alti costi ed insostenibili inefficienze.
Un altro esempio di via di mezzo mercantilista riguarda il
ruolo delle multinazionali : i mercantilisti osservano che le
multinazionali possono effettivamente favorire lo sviluppo
del Terzo Mondo , ma tale potenzialità si traduce in realtà
solo a determinate condizioni = la loro forza deve essere
bilanciata dalla presenza di un ’ industria locale e di un
governo ospite abbastanza forte da sovrintendere alla loro
attività .
Da qualche anno , l ’ intero dibattito sullo sviluppo si è fatto
più complesso , soprattutto per quanto riguarda la stessa
definizione di sviluppo . Il pensiero liberale concepiva lo
sviluppo in termini di acquisizione delle caratteristiche dei
moderni paesi capitalistici un paese si sviluppa quando
cresce e si modernizza sul piano economico.
In seguito, però , sono emerse alcune differenze : sviluppo non
è solo crescita e soddisfazione dei bisogni materiali, ma è
anche distribuzione , benessere, democrazia , partecipazione ,
libertà e autorealizzazione.
Il nucleo centrale del concetto , però , rimane inalterato :
modernizzazione è crescita.
I liberali economici hanno innescato numerosi dibattiti sulle
più varie questioni. In particolare , gli studiosi EPI si sono
occupati in modo molto approfondito del fenomeno della
globalizzazione = diffusione e intensificazione delle relazioni
economiche , sociali e culturali su scala mondiale .
Un crescente livello di interconnessione economica tra 2
economie nazionali è un aspetto della globalizzazione
economica, che si potrebbe definire interdipendenza
intensificata .
In realtà, la vera globalizzazione economica è caratterizzata
da uno spostamento qualitativo in direzione di un’ economia
mondiale basata non più su autonome economie nazionali,
ma su un mercato di produzione , distribuzione e consumo
consolidato a livello globale l ’ economia globale domina le
numerose economie nazionali in essa contenute
( integrazione profonda , promossa soprattutto dalle
multinazionali , che sempre di più organizzano la produzione
di beni e servizi su scala globale) .
La globalizzazione è stimolata da numerosi fattori, il più
importante dei quali è il progresso tecnologico , a sua volta
stimolato dall’ incessante concorrenza tra le imprese.
Questo processo ha conseguenze profonde per lo Stato: in
un’ economia globale unificata , attori economici piccoli e
flessibili possono acquistare più potere via via che le
economie nazionali diventano obsolete.
I mercantilisti non hanno elaborato una visione della
globalizzazione che possa rivaleggiare con quella dei liberali
economici . Esiste comunque una posizione che si potrebbe
definire mercantilista: questi teorici non credono che esista
un fenomeno chiamato “globalizzazione ”. In ciò che sta
avvenendo essi scorgono piuttosto un processo di
intensificazione dell ’ interdipendenza tra le economie
nazionali.
I mercantilisti contestano inoltre l ’ affermazione che le grandi
compagnie hanno perso la propria identità nazionale . A loro
giudizio , nonostante il notevole incremento del commercio
mondiale e dei flussi di investimenti esteri, gli stati e le
rispettive compagnie nazionali rimangono strettamente
legati.
Infine, accusano i liberali di non tenere conto
dell ’ accresciuta capacità degli stati nazione di rispondere
alle sfide della globalizzazione economica: gli stessi sviluppi
tecnologici che alimentano la globalizzazione hanno
contribuito ad accrescere la forza dello stato sul terreno
della regolamentazione e della sorveglianza.
Il giudizio neomarxista sulla globalizzazione economica
differisce sia da quello dei liberali economici sia da quello
dei mercantilisti . Secondo Robert Cox , parallelamente alla
classica economia mondiale capitalistica si è sviluppata una
nuova economia globale che tende a rimpiazzare la prima . In
questo quadro, gli stati nazione hanno perso una quantità
rilevante della loro capacità di esercitare un controllo
sull ’ economia; d’ altra parte, però , per poter continuare, il
processo di globalizzazione economica necessita del quadro
di riferimento politico fornito dal potere militare degli stati
nazione → le macroregioni ( guidate da USA in America,
Giappone nell ’ Asia orientale e UE in Europa) sono le nuove
cornici politico -economiche dell ’ accumulazione capitalistica
il potere economico è sempre più concentrato nei principali
paesi industrializzati, mentre le masse impoverite del Terzo
Mondo non beneficiano della globalizzazione economica. È
comunque importante comprendere che i paesi più poveri
sono in difficoltà non a causa del surplus economico che gli
viene sottratto da quelli ricchi, ma perché sono partecipanti
marginalizzati del processo di globalizzazione economica = i
loro mercati non sono attraenti agli occhi degli investitori
stranieri perché il potere d’ acquisto dei loro cittadini è
basso , le istituzioni politiche sono inefficienti e corrotte e vie
è dunque carenza di stabilità e ordine politico.
Insieme a questi cambiamenti, il processo di globalizzazione
economica ha provocato la nascita di nuovi movimenti
sociali in molte parti del mondo . La crescita di questi
movimenti dimostra che la globalizzazione economica è
molto di più di un insieme di anonime transazioni
transfrontaliere, ma è anche lotta politica avente come
obiettivi l ’ istituzione di controlli sui movimenti di capitali e
un’ equa ripartizione tra paesi e gruppi sociali dei benefici
prodotti dalla globalizzazione .
Non è facile decidere che ha torto e che ha ragione nel
dibattito sulla globalizzazione, perché ciascuna delle 3
posizioni teoriche può portare qualche prova empirica a
sostegno delle sue tesi. Tuttavia , il liberalismo economico
sembra essere l ’ approccio di maggior successo sul piano
della prassi → le economie del cosiddetto libero mercato
hanno ottenuto grandi risultati , al contrario di quelle gestite
dallo stato .
Relazioni internazionali
I

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